giorgiolupattelli

Giorgio Lupattelli è nato e vive a Magione (Perugia), è presente sulla scena artistica nazionale ed internazionale dal 1993, ha una formazione prevalentemente scientifica; opera anche nei campi della grafica, della scenografia e del design.


"...Per definire un corrispettivo estetico del suo modus teorico, Lupattelli si basa su un codice flat, capace di simulare le trame elettroniche nel costrutto manuale del lavoro. Diciamo che l’artista rompe una certa tradizione italiana del “sospetto mediatico”, quella in cui la “vera” pittura doveva sporcarsi, analizzare se stessa, diramare i temi canonici, offrire il destro alla  filologia del percorso storico. I codici mediali non sono mai stati nelle grazie di critici e storici che hanno redatto la manu- alistica e formato un gusto riscontrabile. Rare eccezioni hanno prodotto una faglia sistemica, Domenico Gnoli o Gino De Dominicis per dirne qualcuno ma siamo nei margini delle anomalie. Gli Anni Sessanta, certo, stavano formando un gusto pop dal sapore anglosassone e dal cuore capitolino, finché arrivò la scia materica dei concettualismi “poveri” e si ampliò l’orientamento del gusto. Lupattelli appartiene a quella generazione formatasi durante la Transavanguardia ma che non si riconosceva nel citazionismo selvaggio e allegorico. Il nostro è cresciuto nel periodo del primitivismo digitale, tra coloro che hanno seguito la pubertà di una biologia elettronica. Un modello che colpì Lupattelli da subito, così da catapultarlo nel vortice mediatico della realtà globale, nei processi di selezione e sintesi che il flusso digitale produce. Capirete che le radici conducono alla figurazione di taglio inglese o americano, Andy Warhol, Ed Ruscha o Richard Hamilton per capirci ma anche e soprattutto gli italiani, Franco Angeli e Tano Festa su tutti, con la loro registrazione sintetica del quotidiano, il loro gancio poetico ai feticci del presente, la loro visione del lato oscuro dietro i simboli popolari.

Lupattelli, osservando le azioni quotidiane nei media globali, sceglie le sole informazioni che lo colpiscono e lo conducono alla sintesi del quadro. Ogni opera prevede una lenta asciugatura tematica, una ricerca d’impatto in cui la selezione cor- risponde al valore sociale della notizia. Non è semplice come azione linguistica, si può cadere nella retorica da poster o nei cascami di un pop datato. L’altro rischio è la copia passiva, tipico di opere che non interpretano ma forniscono uno spec- chio del vero, senza filtri e contaminazioni. Lupattelli, di contro, intuisce le germinazioni di una notizia, l’ampiezza d’urto sociale, la profondità del condizionamento generato. Merito di una veggenza che orchestra il caos, come accade quando l’arte coglie l’icona densa ma non inflazionabile. Un processo alchemico in cui le immagini plasmate condensano un singolo immaginario, un archetipo liquido che rispecchi l’anima multiforme dell’evo tecnologico...


...Alcuni caratteri determinanti nell’immaginario di Lupattelli:

L’essere umano al centro della visione / Relazioni aperte tra corpi e impatto tecnologico / Molteplicità dei linguaggi utilizzati / Sintesi espressiva dalle matrici pop / Polivalenza semantica di ogni forma superficiale /

Eliminazione di barriere tra livelli (alto/basso) e riferimenti culturali / Incrocio dialettico tra arte e scienza /

Analisi del funzionamento dei corpi (organici, meccanici, digitali) / Forma ludica come sintesi della complessità umana

Malattia e collasso come reazioni significative dell’impatto tecnologico / Presenza della morte come diapason necessario."

Gianluca Marziani










Giorgio Lupattelli is born and lives in Magione (Perugia), is on the national and international artistic scene since 1993, Its background is mainly scientific, he is active in graphics, setting and design too.


"...To find an aesthetic equivalent of his theoretical philosophy, we could say that Lupattelli works on a flat code, that is able to simulate the electronic textures in the manual labor work. Let’s say that the artist breaks down a certain Italian tradition of the “media concerns”, where the “real” painting had to be dirty, analyze itself, issue the canonical themes, promote the philology of the historical path. The media codes were not appreciated by the critics and historians who have written manu- als and formed a noticeable taste. Some exceptions have produced a little opening in this system: Domenico Gnoli or Gino De Dominicis to name a few, but they were almost considered anomalies. The Sixties, of course, were forming a pop taste with Anglo-Saxon favour and Capitoline heart, until it came the trail linked to the”poor” conceptualisms and the orientation of taste was expanded. Lupattelli belongs to that generation formed during the Transavangarte but he did not appreciate the wild and allegorical quotationism. He grew up in the period of digital primitivism, among those who followed the puberty of an electronic biology. Lupattelli was immediately struck by that model and so he was thrown into the media circus of the global reality in the processes of selection and synthesis that the digital stream produces. You will understand that the roots lead to the English or American cutting figuration: Andy Warhol, Ed Ruscha or Richard Hamilton but also the Italian artists Franco Angeli and Tano Festa above all, with their synthetic recording of everyday life, their poetic link with the fetishes of our time, their vision of the dark side behind the popular symbols.


Lupattelli, observing the daily actions in the global media, chooses only the information that strike him and lead him to the synthesis of the painting. Each work provides a slow thematic drying, an important research in which the selection coincide with the social value of the news. Lupattelli, observing the daily actions in the global media, chooses only the information that hit him and lead him to the synthesis of the framework. Each work provides a slow drying thematic research impact in which the selection coincides with the social value of the news. This language action is not simple, because you may fall into the rhetoric of posters or of an old-fashioned pop. The other possible risk is the passive imitation, typical of works that do not interpret but provide an un ltered mirror of the real. On the contrary Lupattelli, understands the germinations of a story, the magnitude of a social impact, the depth of the generated conditioning. He operates like a clairvoyant who orchestrates the chaos, as it happens when art captures the dense but not common icon. An alchemical process in which the shaped images condense a single imaginary, a liquid archetype that reflects the multifaceted soul of the technological times...


...Here are some determining aspects of Lupattelli’s imaginary:

The human being in the vision core / Open relations between bodies and technological impact / Plurality of languages used / Expressive synthesis of the pop matrixes / Semantic polyvalence of every surface form / Exclusion of barriers between levels (high/low) and cultural references / Dialectical intersection of art and science / Analysis of body functioning (organic, mechanic, digital ones) / Recreational form as a synthesis of human complexity / Diseases and collapses as significative reactions to the technological impact / Presence of death as a necessary diapason."

Gianluca Marziani

L’immaginazione  

è più importante della conoscenza.

La conoscenza è limitata,

l’immaginazione abbraccia il mondo.


ALBERT EINSTEIN