giorgiolupattelli

Sale la nebbia sui prati bianchi     

come un cipresso nei camposanti

un campanile che non sembra vero segna il confine fra la terra e il cielo.


Ma tu che vai, ma tu rimani         

vedrai la neve se ne andrà domani rifioriranno le gioie passate     

col vento caldo di un’altra estate.


Anche la luce sembra morire

nell’ombra incerta di un divenire dove anche l’alba diventa sera

e i volti sembrano teschi di cera.


Ma tu che vai, ma tu rimani         

anche la neve morirà domani

l’amore ancora ci passerà vicino      nella stagione del biancospino.


La terra stanca sotto la neve         

dorme il silenzio di un sonno greve l’inverno raccoglie la sua fatica     

di mille secoli, da un’alba antica.     


Ma tu che stai, perché rimani?

Un altro inverno tornerà domani      cadrà altra neve a consolare i campi cadrà altra neve sui camposanti.



FABRIZIO DE ANDRE' (INVERNO)


ABVD

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"...Lupattelli ha attraversato personalmente la malattia, il ricovero, la cura coi suoi effetti complessi... conosce bene il percorso nel dolore fisico e mentale, al punto da non rimuoverlo ma integrarlo nel suo sistema narrativo... ABVD è un passaggio radiografico che si contrae sull’io narrante, quasi ad allontanare l’occhio mediatico dal baluginio mondiale, portando lo sguardo sul ritratto intimo e frammentario, sull’effetto di ribadita normalità che non ci fa soccombere davanti al virtuale elettronico.

Il motto sembra uno per tutti: plasmarsi sul reale senza perdere coscienza dell’umano.."

Gianluca Marziani





"...Lupattelli personally went through the illness, hospitalization, treatment with its complex effects ...He knows very well the path through the physical and mental pain: he doesn’t remove it but he integrates it into his narrative system ... ABVD is a radiographic passage linked to the ego narrator and it pushes away the media eye from the glimmering world, bringing the look on the intimate and fragmentary portrait, on the effect of repeated normality that does not make us succumb to the virtual electronic.

The motto seems to be one for all: shaping himself on the real without losing the consciousness of the human..."

Gianluca Marziani






ABVD è il nome della chemioterapia standard adottata nella cura del linfoma di Hodgkin, che mi fu diagnosticato nel 2001; nonostante le cure pesanti (chemio e radio), il mio carattere ne uscì quasi rafforzato.

Dopo 10 anni però è tornato e dovendomi sottopormi di nuovo alle chemioterapie, decisi di documentarle scattando con il telefonino alcune foto e alcuni filmati, da cui derivano questi lavori fotografici ed il video.

Diversamente dalla prima volta però, la recidiva mi ha provato sia fisicamente che moralmente; così qualcuno mi ha suggerito di prendermi un cane, anche perchè avevo necessità di camminare. Non avevo mai avuto un cane e in verità neanche mi piacevano, inoltre sono da sempre abituato ad essere libero e indipendente e anche la presenza di un cane mi sembrava ingombrante; tuttavia dopo accurate e lunghe riflessioni sono andato al canile-rifugio ENPA di Perugia, più per curiosità che convinzione. Non so se sono stato io a scegliere  lui o viceversa ma mi è bastato uno sguardo per decidere di adottare il primo cane che la volontaria mi ha proposto: aveva 2 anni, uno sguardo dolce ma rassegnato, un meticcio spinone a cui ho dato il nome di “Mac”; da allora è sempre al mio fianco nella vita e nel lavoro. Adottandolo credo di avergli offerto una vita migliore, ma di certo lui ha restituito a me la forza e la voglia di andare avanti.

Il video Play Dead, è una citazione di un opera di Douglas Gordon, dove un elefante ammaestrato si muove lentamente davanti la videocamera giocando a fare il morto in uno spazio bianco. Nel mio, il soggetto è Mac che dorme sereno e si rigira sul mio divano bianco. La vita di un cane è breve e da quando è con me non passa giorno che non pensi a quando chiuderà gli occhi per sempre. L’uomo in realtà è l’unico animale che ha coscienza della morte: anche per questo esiste l’arte e sempre per questo si sono inventate le religioni che paradossalmente hanno prodotto più morte che vita. Mac in realtà non sa che prima o poi morirà, ma forse aveva ragione Duchamp che nel suo epitaffio fece scrivere “D’altronde sono sempre gli altri che muoiono”.

Giorgio Lupattelli




ABVD is the name of the standard chemotherapy used in the treatment of Hodgkin’s lymphoma, that was diagnosed in 2001. Despite the heavy treatment (chemo and radio), my character came out almost strengthened. After 10 years, however, it came back and I had to undergo chemotherapy, so I decided to document these moments by taking some pictures with a cell phone and some videos. Unlike the first time, however, the recurrence proved me both physically and morally; so someone told me to take a dog because I also needed to walk. I had never had a dog and I didn’t like dogs, in addition it was important to me to feel free and independent, and the presence of a dog seemed cumbersome. Anyway, after careful consideration I went to the kennel of Perugia, for curiosity more than conviction. I do not know if I chose him or if he chose me but he was the first dog that the voluntarily showed me: he was 2, with a resigned and sweet look, he was a ‘Spinone’, I called him “Mac”; since then he has always been by my side in life and work. By adopting him I think I have given him a better life, but in return he gave me the strength and desire to go on.

The video called Play Dead is a quote from a work by Douglas Gordon, where a trained elephant moves slowly in front of the camera, playing as it was dead in a white space. In my video, Mac is the main subject, he is sleeping in a serene way and he is moving slightly on my white sofa. The life of a dog is short and when he is with me I’m always scared by the moment in which he will close his eyes forever. The man is the only animal that has consciousness of death: art exists also for this reason and it’s the same for religions that paradoxically have produced more death than life. Mac does not really know that sooner or later he will die, but perhaps Duchamp was right; in his epitaph he made them wrote: “And besides it’s only the others that die.”

Giorgio Lupattelli