giorgiolupattelli
"...Alcuni famosi medicinali prendono il centro della scena. Si chiamano Ritalin, Adderall, Aspirin, Demerol, Effexor, Paxil, Pentothal, Propofol, Prozac, Tavor, Valium, Vicodin… vere superstar farmaceutiche che potenziano, controllano, riparano, alterano o integrano la creatività, il talento, gli eccessi, la visione. Sono loro i protagonisti chimici dell’era mediatica, medicinali dal risvolto ambiguo che raccontano le derive del presente con attinenza e rigore etico. Lupattelli li analizza come soggetti attivi di una partnership sociale ad alta invasività, non limitandosi a ingrandire (chiaro gesto di radice pop) ma giocando col volume scultoreo, la scrittura Braille, il gulliverismo dei pattern cromatici. E’ un cortocircuito semantico che amplia le radici generative, confermando la dimensione liquida di ogni opera, al punto da connetterla ai volti da star system, ai personaggi iconici che stimolano ulteriori passaggi nel fruitore, aprendo altre vie alla lettura complessa dell’immagine.
Quei medicinali, un po’ come i barattoli da supermarket firmati Warhol, incarnano la complessa ambiguità del presente. Sono il viatico per una cura ma anche per un facile abuso tossico: in un mondo come il nostro escono dal contesto farmaceutico ed entrano nel vizio di alcuni, deragliano dalla terapia alla fantasia, dalla cura alla panacea, dall’ordinario all’eccesso. In realtà contengono il seme del narcisismo contemporaneo, quindi gli estremi del presente inquieto, al punto da attraversare le principali fobie e le mille paure individuali, mescolando benefici e delirio, bellezza e crudeltà, estasi e abbandono..."
Gianluca Marziani
L’imperfezione ha da sempre consentito continue mutazioni di quel meraviglioso e quanto mai imperfetto meccanismo che è il cervello dell’uomo.
Ritengo che l’imperfezione sia più consona alla natura umana che non la perfezione.
RITA LEVI MONTALCINI
PILLS FOR THE MIND
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"...Some famous medicines become very important. They are called Ritalin, Adderall, Aspirin, Demerol, Effexor, Paxil, Pentothal, Propofol, Prozac, Ritalin, Ativan, Valium, Vicodin ... real pharmaceutical superstars that enhance, inspect, repair, alter or supplement the creativity, the talent, the excesses, the vision. They are the chemical protagonists of the media age, medicines with an ambiguous side that tell the miseries of the present time with ethical rigor. Lupattelli analyzes them as active agents of a social partnership with a high invasivity, not merely to enlarge (a clear recall to pop tradition), but to play with sculptural volume, Braille writing, the gulliverism of colour patterns. It’s a semantic short circuit that extends the generative roots, confirming the liquid dimension of each work, until the point to connect it to the faces of the star system, the iconic characters that stimulate further steps in the user and create new ways to approach a complex reading of the image.
Those medicines (like the jars from supermarkets signed Warhol), embody the complex ambiguity of our time. They are the cure but they can also be an easy toxic abuse: in a world like ours they go out from the pharmaceutical context and represent the vice of some people, they derail from the therapy to the imagination, from cure to care, from the ordinary to the excess. In fact they contain the seed of contemporary narcissism and so the extremes of this restless present time. They cross the main phobias and fears of many people, mixing benefits and delirium, beauty and cruelty, ecstasy and abandonment..."
Gianluca Marziani